Ciao a tutti,
Come seconda uscita del corso SBA1, ci è toccata l'Engadina in Svizzera, precisamente il Mot Cuotschen come meta finale.
Stavolta la discesa è stata meno impegnativa della volta scorsa, il tipo di neve era abbastanza omogeneo, anche se le mie belle cadute in fresca me le sono beccate.
Una di queste mi ha costretto a togliermi la tavola per rialzarmi.
Invece la salita con le pelli è stata abbastanza impegnativa, soprattutto a livello di fatica.
Vengo da qualche anno costante di corsa a livello amatoriale, e questo mi ha aiutato molto, ma non nego che sotto il sole che picchiava, a tratti mi sono dovuto fermare.
La gola costantemente secca, la richiesta di ossigeno era elevata, per lunghi tratti ho dovuto inspirare anche con la bocca :-)
Si va su con la virata classica, che di per se è anche un movimento semplice, ma in certe situazioni, ad esempio in traversi ripidi e un po' ghiacciati, presenta qualche difficolta per un principiante (il principiante sarei io). Poi, è un attimo che si scivola giù se non si tiene la schiena dritta.
Con la mirabolante velocità di 300m (metri) all'ora, e sembra che sia la velocità comune di crociera, arriviamo in vetta al Mot Cuotschen dopo tre ore circa. La mia prima vetta.
In mezzo tante brevi pause per scattare foto, bere e riprendere fiato.
L'ultimo tratto in salita per la vetta è stato abbastanza ostico, molto ripido con neve a tratti ghiacciata.
Arrivati su, ci rifocilliamo, qualche minuto di riposo, via le pelli, e mettiamo l'hardhsell.
Il piacere di riunire le due parti della splitboard è all'inizio enorme, ma poi...mi rendo conto che così riappare la bestia, la tavola da stiro.
Scendo giù dalla vetta, un po' di foglia morta per prendere coraggio e poi...si parte, un po' di curve strette arriva subito la neve fresca. Il mio "corpo" si convince che la velocità mi è amica e la paura pian piano va via, ma non del tutto.
La tavola da stiro mangia neve fresca come un'affamata, è un trattore, il nose sempre in alto. Ramoscelli secchi e piccoli sassi vengono schiacciati e tritati senza ritegno :-D
Mi sento il Jeremy Jones dei poveri, faccio dei bei pezzi senza cadere, ma poi inevitabilmente...puff. Cado, e cado soprattutto quando faccio i traversi sui talloni, la situazione peggiore.
Arrivati al parcheggio, prove di ARTVA e poi via tutti a casa. La strada del ritorno passa per Madesimo e Bobbio...fila.
Arrivo a casa stanco e riguardando le foto, gli impianti di risalita mi sembrano lontani, strani, cresce in me l'intolleranza verso le code alla seggiovia.
Fantastico di me come un pro, ma poi...torno con i piedi per terra, e l'amara realtà è che purtroppo devo fare ancora tanta tanta tanta pratica, soprattutto in fresca.
Come seconda uscita del corso SBA1, ci è toccata l'Engadina in Svizzera, precisamente il Mot Cuotschen come meta finale.
Stavolta la discesa è stata meno impegnativa della volta scorsa, il tipo di neve era abbastanza omogeneo, anche se le mie belle cadute in fresca me le sono beccate.
Una di queste mi ha costretto a togliermi la tavola per rialzarmi.
Invece la salita con le pelli è stata abbastanza impegnativa, soprattutto a livello di fatica.
Vengo da qualche anno costante di corsa a livello amatoriale, e questo mi ha aiutato molto, ma non nego che sotto il sole che picchiava, a tratti mi sono dovuto fermare.
La gola costantemente secca, la richiesta di ossigeno era elevata, per lunghi tratti ho dovuto inspirare anche con la bocca :-)
Si va su con la virata classica, che di per se è anche un movimento semplice, ma in certe situazioni, ad esempio in traversi ripidi e un po' ghiacciati, presenta qualche difficolta per un principiante (il principiante sarei io). Poi, è un attimo che si scivola giù se non si tiene la schiena dritta.
Con la mirabolante velocità di 300m (metri) all'ora, e sembra che sia la velocità comune di crociera, arriviamo in vetta al Mot Cuotschen dopo tre ore circa. La mia prima vetta.
In mezzo tante brevi pause per scattare foto, bere e riprendere fiato.
L'ultimo tratto in salita per la vetta è stato abbastanza ostico, molto ripido con neve a tratti ghiacciata.
Arrivati su, ci rifocilliamo, qualche minuto di riposo, via le pelli, e mettiamo l'hardhsell.
Il piacere di riunire le due parti della splitboard è all'inizio enorme, ma poi...mi rendo conto che così riappare la bestia, la tavola da stiro.
Scendo giù dalla vetta, un po' di foglia morta per prendere coraggio e poi...si parte, un po' di curve strette arriva subito la neve fresca. Il mio "corpo" si convince che la velocità mi è amica e la paura pian piano va via, ma non del tutto.
La tavola da stiro mangia neve fresca come un'affamata, è un trattore, il nose sempre in alto. Ramoscelli secchi e piccoli sassi vengono schiacciati e tritati senza ritegno :-D
Mi sento il Jeremy Jones dei poveri, faccio dei bei pezzi senza cadere, ma poi inevitabilmente...puff. Cado, e cado soprattutto quando faccio i traversi sui talloni, la situazione peggiore.
Arrivati al parcheggio, prove di ARTVA e poi via tutti a casa. La strada del ritorno passa per Madesimo e Bobbio...fila.
Arrivo a casa stanco e riguardando le foto, gli impianti di risalita mi sembrano lontani, strani, cresce in me l'intolleranza verso le code alla seggiovia.
Fantastico di me come un pro, ma poi...torno con i piedi per terra, e l'amara realtà è che purtroppo devo fare ancora tanta tanta tanta pratica, soprattutto in fresca.
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